I nostri volontari
Batticuore trova senza dubbio la sua forza nei volontari che ne fanno parte. Ognuno di loro, nel suo piccolo, contribuisce a rendere questa associazione grande. I nostri volontari sono persone semplici ma tutti hanno una cosa che li rende speciali: un GRANDE CUORE.
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Abbiamo deciso di parlarvi di alcuni di loro utilizzando le parole e le foto di Cristian Spaziani, Titto per Batticuore.
Titto ha deciso di usare l'Associazione Batticuore come soggetto di un suo progetto universitario rendendoci per un giorno clown modelli.


Boh
Boh. Non è perché non ho nulla da scrivere, ma semplicemente è il nome “Clownoso” di Sara! Alla domanda, cosa provi quando fai volontariato, Sara dice: “Durante il volontariato non mi rendo troppo conto di cosa provo, ma una volta tolto il camice si manifestano sensazioni contrastanti, quali la gioia, la stanchezza, la malinconia e la soddisfazione.”
La voglia di fare qualcosa di buono per gli altri e la voglia di vedere felici le persone in difficoltà, spinge Sara ad essere partecipe in modo attivo all’interno di
Batticuore. Nella vita di tutti i giorni, comunque, Sara è una semplice ragazza che si è laureata da circa un anno in tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Il suo obbiettivo fondamentale sarebbe quello di prendersi cura, anche in questo caso, delle persone, sebbene indirettamente, agendo sui luoghi di lavoro e sul comportamento dei lavoratori stessi, con lo scopo di diminuire il rischio di infortuni e malattie correlate al lavoro.


Pulci
Francesca, clown Pulci. Laureanda presso la facoltà di Chimica industriale, la sua passione verso questa materia è aumentata sempre di più. Nonostante alcuni giorni la voglia di buttare camice e libri dalla finestra, sia molto forte, crede che nella vita non possa fare che questo. Così come nei suoi laboratori di chimica anche nelle vesti di Pulci, indossa il camice, con un’unica caratteristica che li distingue: i colori! Francesca ha sempre avuto il desiderio di aiutare gli altri, e nelle vesti da clown ci riesce alla grande, poiché viene fuori il meglio di lei e questo siriflette positivamente sugli altri.
Mi ha raccontato che l’impatto più forte delle sue esperienze di volontariato è stato il dialogo con la mamma di una bambina disabile,dice: “vedere che la sofferenza in lei era molto forte, mi faceva star male, ma quando la mamma mi ha fatto notare la sua forza e il suo coraggio, nonostante tutto, ho capito che è così che bisogna affrontare qualsiasi situazione difficile”. Per Francesca il volontariato è un modo per vivere meglio con le altre persone e comprendere le diverse realtà.


Zucchero
Zucchero è il nome “clownoso” della dolce Federica! Questo nome le è venuto in mente grazie ad una piccola bimba che un giorno gli disse: “Fede! Sei Così dolce!”
Sono quattro anni che Federica opera in modo attivo nell’Associazione Batticuore. Questa forma di volontariato la fa sentire bene perché è consapevole di fare qualcosa di buono per gli altri nel suo piccolo. La più grande motivazione l’ha acquisita in un’esperienza in un orfanotrofio qualche tempo fa, motivandola così tanto da dire: “spero un giorno di poter portare un piccolo aiuto anche nei reparti ospedalieri più “duri” come quello di Oncologia.”
e continua affermando: “Il volontariato per me è un atto di estremo coraggio.” La grande determinazione di Federica comunque, descrive anche la sua frenetica ed incasinata vita quotidiana. Lei è una studentessa di Lingue. Oltre a studiare Federica lavora part-time in una scuola privata. Per non aggiungere il lavoro extra: baby-sitter e animatrice per bambini a cerimonie e feste. Insomma, è un tutto fare! Ma sarebbe disposta a mollare qualsiasi suo impegno lavorativo, per indossare il suo amato camice e il suo migliore amico, il naso rosso e trasformarsi magicamente in Zucchero!


Melanzana
Carola, in arte Melanzana, è un’educatrice professionale di comunità.
Il suo lavoro è frutto di una passione per i bambini, per gli adulti e per gli anziani in difficoltà. La sua professione consiste nel coinvolgere il bambino, l’anziano
o l’adulto in un’attività utilizzando se stessa come strumento principale, con l’obbiettivo di supportare e favorire lo sviluppo della persona stessa finalizzata all’integrazione all’interno di un contesto sociale.
Carola dice che della sua professione ama molto il sorriso dei bambini, anziani e adulti al suo arrivo; i loro traguardi, che sono anche un po’ suoi; i loro silenzi e la fiducia che ripongono in lei. Collabora da tre anni con “Batticuore”, il suo nome da clown, Melanzana, nasce per due motivi: il primo perché è la sua verdura preferita; il secondo perché le è stato consigliato da una persona che ha a cuore. Il volontariato per Carola è un’esperienza necessaria che ogni essere umano dovrebbe vivere: “Fa crescere emotivamente alla consapevolezza dei propri limiti e alla vita che dobbiamo affrontare tutti i giorni.


Bua
Davide, Clown Bua è un giovane ragazzo che si è laureato da poco in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. “La passione che mi ha spinto ad intraprendere questo corso di studi”, afferma, “è la passione per la tutela della salute e della sicurezza. L’idea di prevenzione è ancora troppo poco diffusa purtroppo.” E' un ragazzo molto determinato e molto altruista. Oltre che ad avere un futuro da ispettore sanitario ha anche un grande futuro da Clownterapista. Il suo nome da clown, Bua, nasce per “rompere il ghiaccio” con le persone con cui interagisce durante le attività di volontariato. Il suo personaggio è un clown che si fa spesso male e cerca sempre di sdrammatizzare sulle sue disavventure, Ciò che lo spinge a fare del volontariato è il sentirsi utile nella società. Nell’ultima sua uscita Davide racconta che andando al compleanno di una bambina malata, nelle uscite domiciliari, che era più di un anno che non vedeva, lo hanno emozionato in particolare modo i progressi fatti dalla piccola, nell’arco di un anno. E’ stata per lui questa, un’esperienza che lo ha motivato sempre di più a scendere in corsia nei panni di Bua!


Girasole
Michela, che con il suo camice si trasforma in Girasole.
Lei è una studentessa presso la facoltà di Educatore Professionale di Comunità, ed oltre a studiare svolge dei piccoli lavori come baby-sitter, insomma nella sua vita i bambini sono fondamentali. Alla curiosità verso il suo nome, risponde“Girasole è una delle mie canzoni preferite, nonché il mio fiore preferito, e proprio come Giorgia
dice “sei il mio sole anche di notte”, vorrei portare la luce, nei momenti bui delle persone che ne hanno bisogno”.Racconta che al contrario di quello che si pensa, chi riceve nell’esperienza del volontariato, non sono le persone che lo fanno, ma quelle che si incontrano, in ospedali, case di riposo, coloro che condividono con lei quel momento buio della loro vita, aprendosi, confidandosi. Infondo un peso, portato in due o più persone non può che essere più leggero! Alla domanda su cosa fosse per lei il volontariato, risponde così: “ Per me si racchiude tutto in una citazione: - quando curi una malattia puoi vincere o perdere, quando ti prendi cura di una persona vinci, sempre.”


Pisolo
Il suo nome reale è Stefano, ma per tutti Pisolo.Stefano lavora presso l’ospedale di Colleferro (RM) e ricopre il ruolo d’infermiere. Il suo lavoro lo vede sempre attento e pronto ad ogni emergenza; è strafelice del suo lavoro e lo ama, in prima linea si occupa di ogni paziente, Stefano, o Pisolo, nel suo lavoro ci mette l’anima, infatti dice che fa di tutto per far si che ogni paziente venga dimesso con il sorriso. Lui di Sorriso ne è un esperto! E' una persona che esprime un mix di simpatia e divertimento, è quasi come un papà per tutti gli altri clown. Pisolo collabora con l’Associazione Batticuore da circa tre anni e per lui il volontariato è “la più alta forma di lavoro, fatta esclusivamente per passione e altruismo.” Mi ha raccontato, che la sua prima esperienza fu in una casa di riposo, la solitudine e la tristezza che trovò lo turbarono moltissimo, tanto da sentirsi demotivato e impreparato. Fortunatamente, seguendo gli altri clownterapisti, riuscì a vivere al meglio quella sua prima esperienza, e imparò che limitarsi ad ascoltare, in alcune circostanze, è più utile che agire.


Pilly Peluche
Alice, studentessa universitaria, clown Pilly Peluche. Un nome che ti fa venir voglia di chiedere “perché? Cosa vuol dire?”, Alice spiega che Pilly è il nome che usava sua sorella maggiore per chiamarla da bambina, Peluche è stato aggiunto ultimamente. Oltre all'università, si dedica con il pieno delle sue energie, al volontariato presso l’associazione Batticuore, con la quale collabora da 2 anni. Lei racconta dell’esperienza che in questi anni le è rimasta più impressa, la sua prima volta nel reparto di pediatria,dice: “era l’unico posto in cui non sarei voluta andare, non ho un buon rapporto con i bambini, perciò avevo paura. Invece una volta entrata in quella stanza, quando un bambino mi ha sorriso senza che facessi nulla, ma solo vedendomi, mi sono tranquillizzata, mi sono lasciata andare ed è stata un’esperienza unica.”Alice non riesce a fare a meno di indossare il suo camice e portare la gioia, dove ce n’è bisogno, provare quelle emozioni che solo con il camice riesce a captare. Per Pilly il volontariato infatti è rinunciare un po’ a sé stessi e mettere gli altri al primo posto, una rinuncia che però non pesa mai.